Luglio 27, 2024

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by ilcortomaltese©

Un tempio onirico

Nel cuore di un’antica città, dove il tempo si dissolve tra le pietre e le preghiere sussurrate dal vento, ho intrapreso un viaggio verso un luogo sacro. Le strade strette e tortuose mi hanno guidato verso l’entrata di un tempio millenario, un santuario che custodisce segreti e speranze.

Il portico d’ingresso, chiamato pronaos, si stagliava maestoso davanti a me. Due colonne imponenti, scolpite con antichi simboli, mi invitavano a varcare la soglia. Il profumo di incenso e legno bruciato avvolgeva l’aria, creando un’atmosfera di mistero e sacralità.

All’interno, il naos, la stanza principale del tempio, si apriva come un scrigno di meraviglie. Statue di dèi e dee, illuminate da fioche luci, sembravano vegliare su di me. Le pareti erano affrescate con scene mitologiche, e ogni dettaglio raccontava una storia di fede e devozione.

I fedeli, con gli occhi rivolti al cielo, si inginocchiavano e offrivano preghiere. Il silenzio era palpabile, interrotto solo dal suono dei campanelli e dal fruscio delle vesti. Mi unii a loro, cercando di immergermi nell’energia di questo luogo sacro.

Il pellegrinaggio, un viaggio di spirito e cuore, mi aveva condotto qui. Le fatiche del cammino, le notti trascorse sotto il cielo stellato, tutto aveva un senso ora. La divinità, nascosta tra le mura di pietra, sembrava ascoltare le nostre suppliche.

Uscendo, mi voltai a guardare il tempio una volta ancora. Le colonne, le statue, i segreti custoditi nei suoi recessi, tutto sembrava danzare nel sole del tramonto. Avevo trovato il mio luogo sacro, un rifugio per l’anima, un abbraccio di eternità.

E così, con il cuore pieno di gratitudine, lasciai quel santuario. Il viaggio nel sacro aveva cambiato me, aveva rivelato la bellezza nascosta tra le pieghe del tempo. E mentre le stelle si accendevano nel cielo, sapevo di portare con me un pezzo di quel luogo, un ricordo che avrebbe brillato per sempre nella mia anima